Il più grande uomo scimmia del Pleistocene


Editore: Adelphi
Prezzo copia fisica: 8,50 € (Amazon)
Prezzo e-book: 4,99 € (Amazon)



"Il Pleistocene inferiore e medio corrispondono al periodo del paleolitico inferiore (Homo habilis e Homo erectus), mentre il Pleistocene superiore ai periodi del paleolitico medio e superiore (Homo neaderthalensis, Homo sapiens)."



No, non siamo a "Super quark" ed io non sono Piero Angela, mi dispiace deludervi. La citazione qui sopra è per capire il periodo storico a cui fa riferimento questo, per certi versi geniale, libro. In realtà il tempo in cui è inquadrato è semplicemente un'escamotage per una profonda riflessione insita nelle righe di questo volume. Ma andiamo con ordine.

"Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" è un libro di veloce lettura che ci narra le imprese di una famiglia di ominidi, soprattutto quelle di Edward, attraverso gli occhi di suo figlio Ernest. Il capofamiglia è un tipo eclettico, sempre votato al progresso tecnologico, pronto a far valere le proprio idee anche di fronte ai familiari più conservatori come lo zio Vania, assolutamente legato alle "vecchie" tradizioni.
La famiglia di Ernest se la dovrà vedere con tutti i pericoli dell'epoca, e dovrà barcamenarsi tra belve feroci, disastri naturali e non, tutto in nome della scalata nella catena alimentare, possibile grazie soprattutto alla scoperta del fuoco da parte di suo padre, che poi porterà a creare non pochi problemi ai componenti della famiglia.

Il fuoco è solo il pretesto su cui Roy Lewis pone le basi per un romanzo fuori dal tempo tutto sommato divertente e stimolante con situazione completamente anacronistiche. I nostri uomini scimmia preferiti in realtà parlano greco, tedesco, latino e inglese in un tempo in cui, come saprete, l'unico modo di comunicare erano i gesti e qualche verso scimmiesco; o ancora, uno degli zii di Ernest tornerà dopo un lungo viaggio che lo ha portato in terre che in realtà al tempo non c'erano (Cina, America), o perlomeno non erano come le conosciamo oggi. Oppure "l'intuizione" di Edward riguardo al fatto di spingere la propria prole a cercare di maritarsi al di fuori del gruppo familiare instaurando unioni in tutto e per tutto simili a quelle odierne. La cosa poi che mi ha lasciato più simpaticamente colpito è il fatto che i nostri amici abbiamo coscienza del periodo storico in cui si trovano (appunto il Pleistocene) e, che sappiano già quale prossima era li attende in base ai progressi tecnologici conseguiti. Completamente assurdo! E queste sono solo alcune scene che si presentano nella lettura. Sembra, in fin dei conti, di seguire una sorta di "otto sotto un tetto" o "settimo cielo" ai tempi degli Homo erectus, con situazioni e problemi assolutamente attuali.

E qui cade l'asino. Se è pur vero che superficialmente la storiella è carina e simpatica e può tenerci compagnia per un pomeriggio, è altresi corretto affermare che lo scrittore vuole lasciarci una morale ben più profonda che dobbiamo esser bravi a cogliere.
Con il racconto delle peripezie di questa famigliola di ominidi vengono alla luce delle tematiche più che mai contemporanee. Cercare di tenere sotto controllo il fuoco è il primo step dello sfruttamento del pianeta da parte degli uomini, o comunque dei loro antenati. La fame di dominare, di circuire la natura a proprio vantaggio, compresi gli animali, genera in noi una sorta di forza attrattiva che si palesa sempre di più con il progresso tecnologico. Fino al momento in cui, per mano dell'uomo avvengono immani disastri e noi, come i protagonisti di Lewis, dimentichiamo tutto troppo rapidamente non imparando, anzi, tornando a ripetere i medesimi errori all'infinito.

Ecco perché, al netto della metafora costruita nelle pagine de "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene", che come avrete capito fa riferimento ad Edward, ritengo che questo libro vada letto. Non è in realtà troppo geniale, ne così divertente come qualcuno asserisce però ha quel qualcosa che molti altri libri non hanno. Una volta terminato passerete da un bieco sorrisetto, dovuto alla simpatia della narrazione, ad un espressione un pochino più corrucciata. Ovviamente non aspettatevi il bestseller del secolo però la sufficienza la merita tutta, visto e considerato che l'obiettivo del libro è sicuramente far riflettere, no stupire. Possiamo dire, nel caso fosse così, che il buon Roy tutto sommato ha fatto centro.


VALUTAZIONE 7/10



Giordano

Commenti

Post più popolari