Arrivederci caro Instagram


Caro Instagram,

non volevo farlo, volevo fare i bagagli e andarmene così, senza dir nulla a nessuno. Ma mi sembrava scorretto verso chi ha mi ha seguito e mi ha sostenuto. Quindi ho avvertito che avrei abbandonato questo social. Non lo avrei mai pensato ma sono stato praticamente inondato da messaggi di spiegazioni, conforto, affetto da persone che sostanzialmente non mi conoscono, o meglio, conoscono il Giordano dietro le quinte del suo profilo, non di più. E obiettivamente non sento di meritarlo.
Comunque questo mi ha portato a scrivere un ultimo articolo anche sul mio blog (amato tanto quanto il mio account IG) per provare a spiegare, a chi avrà voglia di leggere, il perché io e questo social non siamo più compatibili.

Avere un mio spazio dove condividere la mia passione è una cosa fantastica. In principio non ho guardato i numeri, ma quando ho deciso di fare le cose in modo serio ( diciamo "semi" va ) questi inevitabilmente sono diventati importanti. Da quel momento ho iniziato a porre attenzione a diversi aspetti: quello del "follow" ricambiato, quello del "follow/unfollow" istantaneo o sistematico, quello dell'"unfollow" non per i contenuti non piacevoli ma quanto per il fatto di non aver messo segui a prescindere. Un sistema pessimo, che ho accettato e dal quale mi sono difeso con ogni mezzo perché ho sempre sostenuto che dietro una foto, una didascalia c'è sempre un lavoro, c'è sempre una persona e prendere per il culo le persone non è mai bene, vero?

Ultimamente ho dato importanza invece al mercato dei followers: comprare profili inesistenti o"impression" per rendere appetibile il proprio profilo, per l'utenza che lo guarda, ma in primis per le aziende che devono investire su determinate persone per far conoscere i loro prodotti. Sono rimasto senza parole di fronte alla superficialità delle case editrici (nel mio caso), che non si curano minimamente di guardare effettivamente la qualità e la veridicità di un utente. Hanno come focus solo quello di vedere il conteggio dei "followers", anche se questi numeri siano palesemente falsi e facilmente "sgamabili" e non si preoccupano minimamente, una volta inviato il libro, se questa gente lo legga o meno e se in fase di recensione riesca a fare un buon lavoro (a prescindere della valutazione personale dell'opera).

Quindi tutto questo, sommato ad altre cose come il pessimo algoritmo di Instagram, che favorisce i profili già con molti "followers" -magari hanno iniziato quando ancora non era così disastrata la situazione- o quelli che si bellano del sistema, comprando "like" per far aumentare la visibilità della propria foto, mi hanno portato a prendere la decisione di allontanarmi. Ovviamente in mezzo ci metto la mia probabile mediocrità, il non riuscire ad emergere tra tanti e a far molta fatica nell'ultimo periodo per rendere il profilo appetibile verso l'utenza e gli addetti al settore. Inoltre gli stimoli stanno venendo meno e non sento più questa fame di condivisione, questo fiato sul collo per terminare velocemente una lettura e portarla sul mio account, questa smania di avere sempre roba fresca da proporre. Ma, cosa più importante secondo me, è la voglia immensa di recuperare quell'intimità con i miei libri, quel dolce viaggiare tra le pagine senza l'assillo di mettersi in pari, come se poi leggere fosse una gara (cosa che sui social sta diventando). Vorrei potermi cullare bellamente in un libro di sole 200 pagine e metterci settimane per terminarlo, godendo appieno. Cosa che in questo periodo non riesco più a fare.

Tornerò? Non lo so. Lascierò il profilo inattivo o lo eliminerò? Non lo so. So solo una cosa: questa è stata una bellissima esperienza perché so che dietro ogni profilo con cui mi sono confrontato, scontrato, parlato, c'è una persona, ci siete voi. E non pensiate che non mi dispiace ma secondo il mio (severo?) modo di giudicarmi non ho centrato l'obiettivo. E quando uno perde è giusto farsi da parte e non rimanere attaccati alle situazioni tanto per, giusto per non vederle "morire". Non sono di questa pasta, non lo sono mai stato e non mi piegherò nemmeno di fronte ad un social.

Vorrei solo chiedervi un favore, ma conoscendovi forse nemmeno c'è bisogno.
Leggete, leggete, leggete! Dove e quando potete. A casa, nei treni, su di una panchina, sotto l'ombrellone. Fatelo! Siete uno degli ultimi baluardi in difesa della cultura, della civiltà. Coloro che si frappongono tra la beltà e la dilagante ignoranza che colpisce il mondo ai giorni nostri. Io nel mio piccolo, in qualche modo, continuerò a seguirvi.

Buona vita mes amis!

Giordano



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