Appunti letterari - "Compagnia K"



Inauguriamo con questo articolo, un nuovo appuntamento che cercherò di replicare tutte le settimane, indicativamente a metà della stessa, mentre una recensione verrà pubblicata nel fine settimana. Ho deciso di organizzare così il blog, per regolarizzare gli appuntamenti, per non "sparare" troppi contenuti a mitraglietta e soprattutto per permettermi di portare si meno quantità, ma più qualità.

Bene, ora veniamo a noi e parliamo di libri, che è la cosa che più ci interessa.
Il primo titolo che ho scelto per "appunti letterari" è un lavoro di William March, edito da Castelvecchi editore: Compagnia K, uscito negli Stati Uniti nel 1933.

Due parole sull'autore: nato alla fine dell'800 mostrò un'interesse per la letteratura componendo già in giovane età un poema di 10.000 righe, poi bruciato. Partecipò alla prima guerra mondiale, dove rimase ferito e fu decorato per meriti di guerra. Tornato in patria provò a completare gli studi (interrotti per cause familiari) ma non vi riusci. Morì a New Orleans nel 1954. E' considerato uno dei più grandi narratori statunitensi tanto da essere posto al fianco di Hemingway.

Possiamo già dedurre una cosa interessante riguardo la "Compagnia K": William March ha vissuto sulla propria pelle il conflitto mondiale, quindi questo volume non è solo una semplice raccolta di testimonianze recuperate e trascritte, ma è anche e soprattutto un racconto corale e vissuto in prima persona proprio dall'autore stesso.

E' un romanzo dove le voci di soldati semplici si fanno largo, rendendo partecipe il lettore delle più piccole e intime esperienze quotidiane che la permanenza su un campo di battaglia può lasciare.
Di pari passo con lo scorrere delle pagine aumenta nel lettore la consapevolezza e, in alcuni casi la rabbia, che in effetti la guerra in se è solo un grande teatro degli orrori. E non è così scontato rendercene conto. Da una parte tutti, chi più chi meno, aborra la guerra in se, ma rendere noto quello che lascia in chi la vive in prima persona aumenta questa sensazione all'inverosimile.

Ecco perché l'opera di William March merita di essere letta. Semplicemente ci spinge là dove con la testa non possiamo arrivare, ma non per il nostro duro comprendonio, ma perché manchiamo, non sappiamo cosa sia la guerra. Ignoriamo cosa un soldato prova, pensa e fa in un giorno qualsiasi di un conflitto qualsiasi. La "Compagnia K" ci dà una mano a capirlo.

Consigliato a chi ama la storia, a chi vuole comprendere cose che per forza di cause maggiori non può capire. Consigliato soprattutto a chi con la guerra non vorrebbe averci nulla a che fare, perché rafforzerà ancor di più la vostra consapevolezza in questo.


Giordano        













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