Trilogia della pianura




Autore: Kent Haruf
Editore: NNE
Prezzo copia fisica:14,30/15,30  € (Amazon)
Prezzo e-book: 8,99





"Kent Haruf è nato nel 1943 a Pueblo, Colorado, figlio di un pastore metodista e di un'insegnante".
Questo più o meno spiega tutto. Perché? Semplice. Cosa vi aspettate da un scrittore nato in Colorado, di un paio di generazioni fa, se non un romanzo (trilogia in questo caso) ambientato nei vasti altopiani dell'ovest americano, pieno zeppo di storie comuni ai limiti della prevedibilità e senza mai, tranne alcuni rari casi, picchi emozionali degni di nota?

Non vorrei tediarvi troppo sugli aspetti "tecnici" di questi romanzi, ormai famosi e di cui si è straparlato. Mi limito ad accennarvi del fatto che stiamo trattando una "loose trilogy" dato che lo stesso autore non ha mai reso noto il fatto che ci sia o meno un ordine di lettura. Io personalmente li ho letti seguendo la numerazione di pubblicazione che è, di solito, la scelta corretta.

Detto ciò, a me interessa parlarvi, come sempre, di quello che una lettura trasmette e di quello che io ho assimilato.

La trilogia della pianura racconta, in una cittadina immaginaria, di vite comuni, storie ai limiti del banale, che si presenta con una continuità disarmante nei protagonisti, sia nei momenti di gioia quotidiana sia nei momenti di scoramento.Questa cosa potrebbe lasciare interdetti facendo pensare al tutto come un noioso racconto di uno scrittore senza talento. Ed è qui che sbagliate cari miei.

Le vite di cui ci parla Haruf traboccano di una dignità, di una passione, che supera le pagine e ci travolge in pieno petto. Storie mai sopra le righe, perché tutto il bello di questo autore è racchiuso nel fatto che non ha mai bisogno di "alzare la voce" per trasportare il lettore nella sua narrazione. Lo fa, con una pacata calma e sobrietà che lascia senza parole.

Senza neanche renderci conto, ci troviamo a camminare accanto alla signora che va a fare compre, vicini di sedia a coloro che mangiano nei locali lungo la statale, a faticare  al gelo o al sole con il pastore che si prodiga per far mangiare i suoi animali, con i ragazzini a giocare fuori le case di questa fantastica campagna americana.

E non ci annoiamo nel leggere di queste vite, meravigliosamente banali. Perché le emozioni ci colpiscono, ci permeano e ci rendono partecipi di quello che succede ad Holt. Arriveremo a volerci addentrare, a carpire, e capire tutto quello che questi personaggi ci lasciano. Ci sembrerà (a me è successo) di esser convinti dell'esistenza di questa cittadina, tanto da andare a cercarla sulle cartine e rimanerci male quando scopriamo che non esiste. Non è possibile, Holt esiste, deve esistere!

Chiudo, come abitudine, con un aneddoto: In "Benedizione" sono stato in seria difficoltà nel non emozionarmi. Un fatto che si palesa ad inizio della narrazione si rende concreto nelle ultime pagine. So che accadrà, ma quando si realizza è un colpo al cuore. E sono li, a dispiacermi con le donne e gli uomini di questa disgrazia. Non è fantastico?

Inizialmente pensai che questa trilogia ebbe successo perché semplice moda del momento. Mi sbagliai. Haruf ci lascia un turbine di scaliscendi emozionali raccontati con una dignità senza pari. E ogni volta che in lontananza, tra i palazzi della mia città, intravedo la campagna, mi fa piacere immaginare, che li da qualche parte, gli abitanti di Holt continuino a vivere le loro comuni vite. Ed un sorriso si fa largo sul mio viso.

VOTO: 9,5/10

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