Paul Auster e il suo 4321
foto di Maki Galimberti |
Oggi voglio parlarvi di uno scrittore, Paul Auster e della sua ultima pubblicazione, che forse in questo 2017, tranne grosse sorprese in questi due mesi rimanenti, sarà non "un" ma "il" romanzo di quest'anno: 4321
"Quando una persona è abbastanza fortunata da vivere all'interno di una storia, da vivere in un mondo immaginario, i dolori di questo mondo svaniscono. Perchè fino a quando la storia continua, la realtà non esiste più" P.A.
Due parole sulla vita di Paul Auster sono comunque d'obbligo: nato nel '47 negli Stati Uniti, si trasferisce poi appena adolescente a Parigi, dove sboccia l'amore per la letteratura che lo porta a girare tra l'Europa prima di tornare negli USA. Sempre con la valigia pronta e facendo la spola tra vecchio continente e America, attraversa due matrimoni e il lutto del padre - che lo porterà a scrivere la sua opera prima: "l'invenzione della solitudine"-. Dopo la sua seconda unione arriva finalmente il meritato successo con "la trilogia di New York" nel 1987. Da quel momento in poi diventa uno degli autori più apprezzati a livello internazionale, anche se molto discusso e criticato in patria.
Scrittore postmoderno, fa della narrazione un'arma per portare alla ribalta i problemi e le insicurezze dell'uomo contemporaneo: nei suoi libri prendono vita angosce, paura e solitudine. Molti scrittori sono abili nel produrre una forte introspezione nei loro personaggi ma lo statunitense non si limita solo a questo. Sentimenti che non vengono solo palesati con una descrizione propeteutica allo svolgimento dell'opera in essere, ma Auster li chiarifica, li discerne e li divulga con consapevolezza, praticamente rendendoli vivi e alla portata di tutti. Quasi fossero uno scompartimento a se stante all'interno dei propri lavori, percepibili e materiali. Per non farsi mancare niente, un aspetto che contraddistingue fortemente il lavoro dell'autore è la forza dell'analisi mentale, fatta con grande lucidità e assolutamente verosimile, il pensiero e la mente sono il fulcro di tutto: l'esistenza umana, collettiva e individuale è messa al centro e viene posta in essere divenendo il nucleo per profonde riflessioni. E' per questo che troviamo i protagonisti dei suo i lavori così vicini a noi, così simili a noi, così reali.
Percorrere con la stessa persona quattro vite, le sue possibili quattro vite, con ognuna un percorso, un futuro diverso e tutto ciò che ne consegue è un'impresa...epica? Un progetto che solo da Auster poteva esser messo in piedi.
"Un uomo silenzioso alienato dal resto del mondo, che siede giorno dopo giorno alla sua scrivania con nessun altro obiettivo che esplorare l'interno della sua propria mente." P.A.Il suo ultimo lavoro è un esercizio scritto da una persona ossessionata dal comprendere la propria mente. Non è un romanzo, dentro c'è tutta la vita di un personaggio, un'artista, un uomo che prende ed espone alla massa la propria percezione del mondo.
Non sappiamo se mai riuscirà a creare qualcosa di ancora più potente ed imponente, di così mastodontico, ma noi possiamo ritenerci più che soddisfatti, ci ha donato praticamente tutto quello che lo scrittore ma ancor di più l'uomo Paul Auster può lasciarci.
Probabilmente siamo vicino con "4321" a decretare che la stesura del "grande romanzo americano" ha finalmente trovato un suo degno rappresentante. Quel lavoro definitivo, a cui tanti illustri scrittori a stelle e strisce sono stati accostati - da Roth a Fitzgerald, da Tartt a Kushner ed altri ancora -, ha plausibilmente trovato casa, voi cosa ne pensate?
"Cerca semplicemente di vivere meglio che puoi, adesso, quale che sia la tua vita. Vivere nel presente è il modo migliore per avvicinarsi alla sensazione di verità" P.A.
Ci "risentiamo" per la recensione completa, che arriverà con molta calma!
Vi ricordo inoltre, se non lo avete già fatto, di iscrivervi ai lettori fissi: è un piccolo gesto ma per me è molto importante, grazie.
A presto!
Giordano
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